fotoormai conosco davvero poco la realtà di milano,
ma una delle differenze che mi colpiscono di più, girando oggi per torino, sono i fornai.
a milano ce n'era uno ogni angolo, solo raramente erano semplici rivendite e facevano un pane fantastico, ognuno con caratteristiche ed eccellenze proprie.
qui sono rarissimi, prevalentemente solo rivendite, ed in più di quattro anni non ero riuscito a scovarne nessuno degno di nota.
in centro, fino allo scorso anno, mancavano completamente.
poi è successa questa cosa che vorrei raccontarvi, insieme alle strane sensazioni che sto provando.
hanno aperto questo forno sciccoso ad un passo da via roma, la "montenapoleone" torinese.
da una delle vetrine è possibile vedere i panettieri al lavoro, c'è un bar e vendono parecchi prodotti di nicchia, esposti a mo' di autogrill tra il bancone e la cassa.
marmo, luci da gioielleria (come gli orari, del resto), prezzi da risata in faccia e... code chilometriche, sempre!
io ci passo davanti per andare al discount, dove trovo la carne a prezzi molto simili.
be', dovete credermi, malgrado nel tempo si siano aggiunte le pellicce agli stracci, le code del lidl non sono mai imponenti come quelle del forno "billionaire".
nonostante i prezzi da rapina ed il fatto che l'alimentazione moderna si concili sempre meno coi carboidrati concentrati, sembra che qui non si possa mangiare altro.
cosa significherà tutto questo?
si è marcato il confine tra poveri e ricchi, ormai sono tanti sia gli uni che gli altri ed hanno i propri negozi di alimentari ben distinti?
oppure vi ho raccontato dell'ultimo baluardo di chi non vuole mollare lo status di benestante, magari mangiando poche proteine?
;)
la miseria, quella vera, veste elegante e mette il profumo?