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questa notte ho fatto quello che preferisco, fra gli allenamenti "duri": il collinare interval training.
un'ora e mezza su e giù per la collina alternando tratti a manetta con momenti di bassa intensità, per recuperare. il tutto reso ancora più "random" dall'andamento del percorso. salite a passo da pianura e discese a velocità da centometrista, senza mai soffrire davvero.
molto leggero mentalmente, scioccante (e quindi molto allenante) fisicamente.
di solito quando vado in temperatura salta sempre fuori qualche pensiero recondito: oggi mi sono venuti in mente mozart e la merini. due geni per me incomprensibili, gradevoli come il rumore del traffico o un commento di ice73 (o di paolino, anche). certamente la dimostrazione che pure io ho i miei bravi limiti... però nessuno mi toglie dalla testa la convinzione di trovarmi in nutrita e variegata compagnia. unica mia originale prerogativa quella di non avere difficoltà a riconoscerlo.
certi patrimoni dell'umanità solo un coglione non è in grado di apprezzarli. ma non sarà una convenzione sociale priva di fondamento antropologico?
in compenso sono sincero quando dico di emozionarmi leggendo alcune cose di apnea o del naz.
già, ho una certa idiosincrasia per le eccellenze di nicchia venerate dalle masse.
credo che inducano la gente alla passività oppure ad un'emulazione perversa, lontana dalla vera essenza delle cose: in moto da vent'anni, col millone, ma con la cognizione di causa che può avere un ragazzino dopo sei mesi di "vero" motociclismo praticato.
così, forse, non è poi tanto strano che dopo l'allenamento da "atletone" mi sia ritrovato a fumare una sigaretta seduto su un panettone, a pochi passi dal distributore automatico.
c'è chi corre e non fuma, chi fuma e non corre, e chi non si fa mancare nulla; in barba alle grandi verità del pensiero dominante (e dominato).
a metà sigaretta ecco arrivare, in un trionfo di infrazioni, un benz ml.
un orco dalla pancia smisurata posteggia contromano, dopo esser sceso a levare una transenna, ed entra barcollante in un night.
ha lasciato le luci accese ed io, rosicone, sogghigno pippando la mia camel.
un paio di tiri, mi volto e, ahimè, le luci si sono spente da sole.
porca puttana, questo modo del cazzo di fare le cose è ormai ottimizzato all'inverosimile.
fammi tornare a casa, va, è quasi l'ora buona per fare un sonnellino, col fresco del primo mattino e i tappi nelle orecchie, per non sentire gli augusta (*) boys che vanno al lavoro.
(*) città natale di mozart.
p.s. circa dieci giorni dopo la pubblicazione di questo post, qualcuno trovò il modo di farmi notare che ad augusta nacque solamente il padre di quel mozart cui ci si può riferire omettendo il nome di battesimo...
naturalmente lo ringrazio di aver aggiunto credibilità a quanto scritto.