292. per il titolo fate voi

ho uno strano rapporto con la musica.
resto mesi senza usare il lettore mp3 e poi passo un po' di tempo separandomene solo per dormire.
oggi ho rotto il silenzio, in riva al fiume, all'ombra di una pianta.
è una giornata di sole da manuale, con l'aria secca e ventilata.
il blackberry in modalità random è partito con questo pezzo, che mi ricorda un film importante.
anni addietro avrei avuto emozioni molto più forti, in un momento così.
ma tant'è... anzi, è proprio questo il nocciolo della questione.
perché insieme alla musica di "little miss" è partito un déjà vu coi fiocchi.
mi trovo su una panchina, seminascosto da una siepe; alcuni metri più in là c'è una fontana, e quella è visibile sia da me che da chi percorre il sentiero.
mentre la musica entra nel vivo arriva un cane, un giovane bracco tedesco, e si acciambella dentro la fontana che sembra fatta su misura per lui. stupendo, vasca personalizzata con idromassaggio dall'alto.
intanto io penso che il mio tempo sta scorrendo, che non è il caso di rimandare nulla... non c'è una logica, ai déjà vu non si comanda.
arriva la padrona del cane, arrivano altri cani e altri padroni.
li trovo belli tutti, ma una padrona di più. ne prendo atto mio malgrado, perché sto pensando al tempo trascorso in carcere... il déjà vu prende forma e ora è perfettamente nitido nella mia testa.
perché sempre pensando ad altro sto sorridendo alla padrona più bella, che distoglie lo sguardo infastidita.
proprio le sensazioni di quei giorni da galeotto di sette anni fa, affievolite dal tempo ma concentrate dalla memoria.
sono in cella, convinto di doverci restare per anni.
ogni cosa lasciata fuori, ora dopo ora sembra diventare un'occasione sprecata per essere felici. il flirt con la cameriera del ristorante sul lago, i messaggini con la prostituta di milano, un film in uscita nelle sale, il nuovo libro di quell'autore di cui ho letto tutto.
ma passa in fretta, perché qualcosa succede sempre, soprattutto in galera.
intanto il mio sorrider inconsapevole alla padrona del cane ha dato i suoi frutti... e infatti si sta allontanando, mentre la mia memoria corre alle ore della scarcerazione, inattesa e gioiosa.
la tipa del cane mi ripassa davanti: non è poi così bella, anche se stavolta regge il mio sguardo, ora perfettamente volontario e consapevole.
anche i flirt, i messaggini e il film, una volta fuori dal carcere, non furono niente di che.
solo quei cinque giorni di galera sono all'altezza del mio famelico ritorno al presente.
non c'è salvezza in vita, soltanto incontri più o meno importanti.