venerdì 8 gennaio 2010

95. john lavritti

questa fu la terza moto di john lavritti, quando lui ed io avevamo 20 anni.
mi ricordo il giorno che la comprammo, e dico comprammo perché fui io a telefonare a oscar bonera da una cabina nei pressi della villa reale di monza.
si trattava di venirsi a recuperare l'rd 350 che john aveva acquistato da lui un paio di settimane prima... e che ora giaceva assai malconcia nel posteggio di un ristorante.
impiegammo più tempo a trovare una delle scarpe di john che a concludere l'operazione recupero&permuta: quella sera lavritti tornò a casa col contrattino della sua "vera prima moto", e pochi giorni dopo cominciammo a divertirci sul serio.
già, perché fino a quel momento il mio compagno di avventure si era dovuto un po' arrangiare:
mai salito su una moto, si incuriosì vedendomi così innamorato dei miei catorci e si ritrovò ben presto a contrastare lo scarso freno in ritorno del mono scoppiato che c'era sul mio cbx 750.
indovinate quale fu la prima moto che guidò...
infatti, battesimo delle due ruote su una scassatissima honda settemmezzo, senza passare nemmeno per il ciao.
nel frattempo io stavo covando per diventare un pilota, vincevo le mie sfide domenicali sul penice contro "quelli bravi" e passavo al cbr 600 '90 per metterlo rapidamente ko, ahimè.
il bello di lavritti è che lui se ne sbatteva di tutte le mie cose da pilota, delle corse in tv e di motosprint al mercoledì. ma non perdeva mai l'occasione di guidare una moto o anche solo di farci il passeggero.
puro zen, a tratti anche un po' pericoloso, ma fonte di momenti e di esperienze straordinarie.
tutto il contrario di quell'esercito di minchioni che si incontravano la domenica, fermi fuori dai "templi del motociclismo" a banfare con due dita di gomma vergine per lato.
tanto per farvi capire il soggetto:
io tentai di fargli prendere una nsr 125 come prima moto ma purtroppo suo padre, bancario e automobilista, ritenne più logico l'acquisto di una cilindrata più versatile ed affidabile...
per questo una domenica ci trovammo per delle stradine tortuose sul confine italo-svizzero, le stesse dove da bambino guidavo il 350 four di mio padre; john sull'rd ed io sul cbr.
l'idea era quella di "insegnare", stando un po' avanti e un po' dietro, costringendolo a fare i conti con dei percorsi dove o guidi o guidi, nessuno spazio per l'azzardo e l'approssimazione.
risultato? a fine giornata, scendendo da una ripida stradina tutta buche, terra e aghi di pino... il vostro put si trovò ad accumulare ritardo e a tirare come un cignale anche parecchio più a valle, su un tratto molto tecnico e veloce dove cominciava pure a piovere.
lo trovai a bordo strada, felice come una pasqua che ributtava zolle di terra dove, carambolando, le aveva estirpate. danni alla moto pressoché nulli; quel che si dice un'esperienza costruttiva, pensai.
non abbastanza, per un approccio così "puro": passare il campioncino che due mesi prima ti ha insegnato dove stanno le marce, in discesa, staccando sugli aghi di pino e andandotene, per lui non era assolutamente motivo di apprensione... se non era caduto si poteva provare un po' più forte.
fantastico, però quando lo vidi sul tdr mi sentii più rilassato.

ieri l'ho beccato su feisbuc,
il tdr l'ha stecchito ma lui è ancora in giro, dice che forse passerà...

11 commenti:

  1. Eccolo, il 125.
    Certo che sceso dalla RD gli sarà sembrato di andare in bicicletta.
    Questa qui col motore della 350 probabilmente era l'arma finale!

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  2. Anche mio fratello mi faceva incazzare: non gliene fregava niente, ma quando saliva su una moto che conoscevo riusciva ad andare subito meglio di me. Però qualche ossicino rotto ne ha impedito l'innamoramento. Io che di ossa ne ho rotte pochissime (in moto), invece sono ancora qui.

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  3. Ebbene eccomi qua, sono john lavritti, grazie put per il post ;)
    Put ma sembra proprio il mio TDR, però devo completare il tuo racconto con delle chicche che hai tralasciato.
    Ti ricordi il tipo che, con l'RD distrutta sull'asfalto ancora fumante, ci è venuto incontro con una pedivella in mano dicendo "forse questa si può saldare" ahahahahahah.
    E la comunicazione a mia mamma della notizia del cambio della moto ( c'eri anche tu): "mamma ho cambiato moto" e le ho fatto vedere gli avambracci sanguinanti ahahahahahahahhah.
    Put ogni tanto vado da un mio amico vicino a sestri e prendiamo delle mtb che sembrano delle grazielle arrugginite e andiamo in cima al bracco pedalando, in discesa ci credi che do del filo da torcere a qualche finto manico, saresti orgoglioso di me.

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  4. 13.46
    eh eh eh,
    mi sembrava di fare troppo john wayne... ma è la pura verità.
    abbiamo passato dei giorni intensi, noi due insieme.
    con le grazielle ci siamo anche fiondati giù dalle mulattiere di montevecchia, se è per questo.
    questa mattina pensavo al casino che abbiamo combinato alla gara di body building...
    se ti va prova ad accennare qualcosa, così la ricostruiamo.
    ;)))

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  5. ... intanto, per chi legge, è bene inquadrare cosa ci si aspettava di vedere e sentire ad una gara di culturismo in quegli anni.
    questo era il "valentino rossi" del periodo:

    http://www.youtube.com/watch?v=x8bPpPsCvxU

    già vi avviso che della musica e della routine di pose (coreografia?) mi occupai io, lavritti ci mise un gran fisico, tanta auto-ironia e quella ormai nota capacità di fare le cose fottendosene dei cliché e delle "liturgie" che spesso mascherano il nulla.
    non ricordo se vinse, ma sicuramente non ci badò più di tanto.
    tra la prima e la seconda parte di gara, mentre gli altri si consumavano di nervosismo, noi andammo a farci una smanettata sul lago... non so se mi spiego.
    :)))

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  6. ... lavritti latita...
    non so se avete visto il link precedente, con lee haney che chiude la sua routine con i "carmina burana" di carl orff,
    ma questa fu la musica da cui prese vita una delle performance più discusse del sottobosco culturistico milanese di quegli anni...

    http://www.youtube.com/watch?v=xCQJ0j3M3wo

    ahahahaahahahahhahah
    qualcuno, più cialtrone di noi, perfino si incazzò.

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  7. L'approccio alle 2 ruote forse somiglia vagamente a quello di Biaggi. Ma dubito che lui se ne fregasse altamente di tutto quel che c'era attorno, anzi....

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  8. Eccomi,
    allora io entravo quando mina diceva ma chi è quello li con le gambe come due tinozze, ahahahahahahahahah, e in effetti mi ricordo la cara M. organizzatrice del tutto, che ci rincorse incazzata perchè era una cosa seria ahahahahahahah. Forse era una cosa seria per lei, ma per me e put che con la mia partecipazione contribuivamo alla sua pagnotta, era solo divertimento.
    Put ti ricordi sulla cisa quando mi superasti in curva in caduta dall'aprilia che finì nella rete di recinzione di un prato?

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  9. 19.25
    la cisa, che meraviglia!
    quell'anno vacanze in campeggio/ostello a berceto.
    ci unimmo ad un gruppo di scalmanati locali e le giornate passavano tra asfalto e mulattiere.
    la mia maledetta aprilia, con la valvola allo scarico che non ci degnò mai di aprirsi...
    cosa ne è stato del tuo motociclismo, hai smesso anche tu presto?
    io nel '93, dopo tante altre battaglie, molte proprio sulla cisa.
    quanto bene mi ha voluto quel posto! veramente troppo, se ripenso a tutte le volte che sono tornato a casa contro ogni logica...
    non mi sono fatto mancare nulla: frontali di gruppo fra moto, passaggi a pettine in carena fra le caprette, un abbraccio con giocoso al termine di una salita assassina finita ex aequo... quella vacanza a berceto fu un prologo in linea con tutta la storia.

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  10. che ti sarà capitato, lavritti?
    mah... qua i commenti chiudono, casomai scrivi quando ti pare nei post a venire...
    ;)

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  11. ps-
    per onor di cronaca giocoso, contattato via feisbuc, non si ricorda di me.
    evidentemente di far frontali sulla strada di casa e finire ex-aequo al passo della cisa con un milanese (nella stessa mattinata) gli capitava spesso.
    strano però, a me pareva un bel pilota.
    ;)))

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