lunedì 2 luglio 2012

lo sponsor del dolore e la liturgia della passione

oggi su twitter ha cominciato a circolare 
questa foto di joan lascorz.

non è che io sia stato particolarmente pungente nei commenti, anzi.
magari prima o poi verrà fuori quello che penso dei personaggi ritratti in queste immagini, ma su twitter avevo fatto un commento piuttosto generico, che voleva stimolare la riflessione sullo stereotipo che le tragedie motociclistiche in fondo sono tragedie "buone", a lieto fine.


tragedie buone fintantoché non capitino in assenza di sponsor o, peggio ancora, nell'anonimato.
perché in tal caso il dimenticatoio e l'emarginazione sono garantite, a meno di non sapersi reinventare (cosa comunque molto più sana a prescindere, quella di reinventarsi quando si perdono le ali).

e perché questa dicotomia?
perché se sei un sergio bachi qualsiasi è già tanto che non ti dicano che te la sei cercata e che sei stato un cretino,
mentre a falappa chiedono tutti l'autografo e la stretta di mano da una vita?
eppure sergio bachi è andato un pochino oltre le firme e le strette di mano di giancarlo falappa, negli anni.
non mi fa mica paura dire che sergio - come molti altri "anonimi"- mette a nudo la tristezza di certi "feriti illustri",
la loro patetica incapacità di voltare pagina, pur potendolo fare meglio della maggior parte di noi.
ovvio che un paolo simoncelli abbia percepito tutte le proposte degli "amici di marco" come delle boccate di ossigeno,
ma non c'è nulla di sano in tutto questo.
la moto, il mercato della moto, ha bisogno di positivizzare il suo lato oscuro (o idiota, se preferite); mostrare che anche quando accade il peggio nessuno viene lasciato a sé stesso è un messaggio di vitale importanza: in sua assenza sono veramente pochi i passaggi mentali che farebbero bollare il motociclismo come un'attività da cui stare alla larga.

e così eccoci alla foto di lascorz in maglietta alpinestars... la marca della tuta con cui non guiderà mai più.
cari "appassionati",
ammesso che questa merda valga qualcosa, state pur certi che per voi non ci sarà: vi dimenticheranno in un paio di settimane, come è giusto che sia.
i vostri genitori?
speriamo non si illudano di poter seguire le orme dei simoncelli.

9 commenti:

  1. E delafìa!!! Si dice a Viareggio... A me, agli atti giudiziari hanno avuto il coraggio di scrivere che correvo troppo e che invece dovevo attenermi hai "giri turistici" quindi riconosciuto come colpevole di essere andato troppo forte in pista... Mi sono commosso caro Put. Sei veramente fuori dal luogo comune, hai una percezione delle cose a 360°. Bravo! Sinceramente a vedere il mio nome con accanto la foto del Sic mi ha un po stordito, non l'avrei mica mai detto!!! hahahahaha :-) . B'è forse sarebbe stato più triste se fossi morto come lui, li sulla pista di Adria, dove altri motociclisti sono morti nel solito punto dove ho impattato io... IO che ho sempre pagato le tasse perchè anche se sono su questa cazzo di sedia a rotelle, a differenza di altri, mangio - bevo -trombo, ma SOPRATTUTTO MI SONO MESSO IN GIOCO E L_A_V_O_R_O duro... La ricompensa??? Monti mi vuole levare la pensione perchè a suo dire un introito di 15.000,00 annui LORDI sono + che sufficenti a togliermi la mia pensione di invalidità di ben € 250,00 al mese... Allora come sempre io ci metto la faccia e a questo punto anche il corpo, chiamatemi e io arrivo a tutta spinta. Cioa SuperPut e un abbraccio a tutti quelli che mi vogliono bene. B.S.

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    1. grazie sergio,
      passa più spesso,
      raccontaci di te, insegnaci qualcosa.
      un grande abbraccio

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  2. caro putredine. i tuoi tw presi singolarmente possono sembrare irriverenti, offensivi, basta leggerli come un racconto e capire che è tutto legato in modo logico ed efficace.questo post ne è un esempio.
    comprai, dopo tre anni di lavoro, il primo motorino a 14 anni. cresce l'età e cresce la cilindrata arrivai a possedere una r1 nel 1998, con la quale non andavo in pista, da vero incosciente percorrevo le statali di lazio e abruzzo emulando i piloti veri. un bel giorno percorrevo una strada sconosciuta credendo nell'invincibilità che mi garantiva il mio abbigliamento tecnico e mi schiantai in una curva dopo aver invaso la corsia di sinistra.
    la tragedia fu evitata, me la cavai con 1 settimana di ospedale e clavicola rotta, non coinvolsi nessuno.
    oggi non ho più la moto, ma guardando indietro posso affermare che la moto è pericolosa solo proporzionalmente a quanto si creda nell'importanza della vita. in quel periodo esistevo solo io e quello che io volevo.
    se andando in moto incontri uno come me? credo che siano cazzi amari.

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  3. pure io avrei qualcosa da dire in proposito....premetto che non mai avuto neppure il 125,solo un fifty con la giannelli e il 19,che comunque ti faceva divertire di brutto,pieghe da paura x un 50...La patente la feci,ma poi mio padre non volle mai comprarmi un 125 e x fortuna!!Qualche volta guidavo quello dei miei amici e spesso salivo dietro.Con Stefano Bonetti ho rischiato la pelle x un paio d'anni,quando tra i 16 e i 18 anni giravamo insieme...quanti rischi assurdi!!!Quando ero sul punto di andarmene di casa per potermi comprare la moto,ci fu la svolta.Vidi da dietro cadere 2 miei amici con un'aprilia futura,alla fine se la cavarono con abrasioni e qualche botta,ma di colpo capii che non si poteva andare avanti così.Io decisi definitivamente di lasciar perdere la moto,me la sono cavata con una gamba rotta...il Bonny,con molta più passione di me,se la cavò con schiena e bacino rotti e poi iniziò a gareggiare....ma non lo invidio,davvero,sono contento di aver lasciato perdere,forse alla fine non avevo tutta sta passione...boh
    Un'ultima cosa...un mio amico,che prese la mia strada,si fermò,credo ad un 80,ebbe la folle idea di comprarsi nel 2002,a 27 anni,un cbr replica rossi...ci lasciò le penne dopo un mese,ad una curva giusto fuori dal paese.Sul giornale locale(l'eco di bergamo),il giorno dopo c'era la foto della moto con la storiella della sua grande passione x il "fenomeno" di tavullia......
    Oggi me ne vado in giro con uno scooter Honda 125 con pure il parabrezza ahah,preferisco correre a piedi ;)

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    1. più rispetto per l'honda 125! ahahah

      scherzi a parte, purtroppo non c'è una ricetta per andare in moto sicuri, mentre abbondano i luoghi comuni e le ipocrisie su cui si regge il mercato dei veicoli a motore.
      anche lo scooter parabrezzato, come alternativa alla moto, fa parte di questo meccanismo di camuffamento/edulcorazione.
      goditelo, ma non sottovalutarlo nella sua essenza.

      http://www.motoclub-tingavert.it/t405970s360s.html

      bonetti ne ha seppelliti a milioni, di "prudenti". ;)

      http://www.motorcafe.it/?p=369


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    2. tranquillo che anche con il parabrezza mi guardo in giro e sò benissimo che non basta mai :)))))

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    3. http://www.motoblog.it/post/19136/incidente-a-pianico-muore-fausto-duci-campione-di-moto-da-corsa

      certo si può sempre morire....la sicurezza,soprattutto in moto,non esiste certo...ma se fai il matto a 150 all'ora in paese ancora meno...voglio dire,i rischi aumentano ovvio,se ti salvi è solo CULO...il bonny,come me,poteva già essere morto stecchito da 20 anni.ripeto,se l'è cavata con qualche vertebra rotta,ma è solo fortuna
      poi magari cadi mentre cambi la lampadina....eh certo,siamo di passaggio eh :)))))

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