mercoledì 16 marzo 2011
249. Da tiro o da corsa?
E così
il Put mi ha onorata della possibilità di scrivere sul suo blog, cosa per cui lo ringrazio a mani giunte :)
In questo periodo mi trovo a girare in una sorta di vuoto pneumatico in cui le cose non vanno nè avanti nè indietro: situazione deprimente verrebbe da dire.
Ma cos'è così deprimente?
Vi è mai capitato di pensare alle vostre aspettative e chiedervi se non siano piuttosto delle scuse per alzarsi ogni mattina ed andare a lavorare?
Vi siete mai domandati se la speranza non sia piuttosto la vaselina che la società ci fornisce perchè prenderlo in quel posto faccia un po' meno male?
Tempo fa il Put diceva che tutti noi desideriamo il minimo...tra quello che non possiamo avere. Un po' come la lepre meccanica che fa correre i greyhounds: allo stesso modo noi inseguiamo le cose che non avremo mai...ma che ci fanno pensare che possederle ci renderebbe persone migliori.
O forse la verità è solo che pretendiamo sempre troppo dalla vita, nonostante siamo tutti venuti al mondo a mani vuote.
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Bentornata Laura…
RispondiEliminae complimenti per il post, soprattutto per le ultime due righe che se permetti, incornicerei alle pareti della mia stanzetta…
Vero, così siamo nati ma neanche il primo essere umano comparso sulla terra non ha voluto (potuto?) rimanere tale.
E perché avrebbe dovuto? Perché avrebbe dovuto accontentarsi dell’indispensabile?
La mente, anche se non lo vogliamo, reagisce alla vita, impara e progredisce.
Lo so, dalla noia son nati l’arte ed il superfluo…ma, dal momento che non si può vivere tutta la vita a spaccare pietre per non avere il tempo di annoiarsi, cos’è superfluo?
Il fuoco? La ruota? L’elettricità? Le armi? La scrittura? La religione? La moto? Gli ideali?
E cos’è una vita senza desiderio?
Niente di male a passare la vita a spaccare pietre ma perché? Per cosa?
Gli antichi hanno passato tanto di quel tempo a guardare il cielo che non hanno potuto fare a meno di porsi delle domande (desiderio). E’ per questo che siamo andati sulla luna?
Ed è un male chiedersi se è possibile vivere una vita diversa da quella istintiva? O diversa da quella di tutti gli altri?
E’ un male provarci?
E se uno ci prova, è un male crearsi delle aspettative?
Oggi, rispetto al passato, abbiamo coscienza di molte più cose. Più ci accorgiamo delle nostre capacità, più ci rendiamo conto dei nostri limiti. La loro addizione porta allo spaesamento.
Abbiamo coscienza di tutto e del contrario di tutto e non sappiamo scegliere.
Che scopo abbiamo?
L’obiettivo dovrebbe essere il benessere, spirituale prima che fisico, e questo dovremmo ricercare. Ma se non si è così stolti da capire che è la cosa più difficile da raggiungere, non si devono temere le aspettative e il loro riscontro.
E se il “mezzo” richiede compromessi (alzi la mano chi non ne ha mai accettati/scelti) l’importante è, nel rispetto di sé e degli altri, che serva allo scopo.
Eh, ma la società…
Ho già detto altrove che l’uomo è un animale sociale e la storia dell’umanità non è assente da tentativi, anche largamente condivisi, di vivere meglio. Non lavorare, abolizione della moneta, amore libero, assenza di famiglia e gerarchie sociali…forse non è escluso che sul nuovo pianeta che colonizzeremo si possa ricominciare da capo…
Per ora esiste, immortale, l’io.
Questo, è il campo da arare o la fabbrica, la società ideale.
a proposito di cani...
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=ACogHja4aGo
:)))
Scusate,
RispondiElimina""Ma se non si è così stolti da NON capire che è la cosa più difficile da raggiungere, non si devono temere le aspettative e il loro riscontro.
Qui si prepara la festa del 150°...oggi notte bianca (meglio dire in bianco, visto che piove) ...Napolitano in visita per due giorni interi...bandiera tricolore (consegnata gratuitamente ad ogni appartamento) quasi obbligatoria alle finestre...
Io espatrio.
Non sto scherzando! Vado in Francia.
Di fronte al mare (e di questi tempi)...
aspettativa realizzata, normalità.
RispondiEliminaaspettativa tradita, delusione.
qual è, dunque, la funzione delle aspettative?
e soprattutto, a chi giovano?
il fuoco, la ruota, internet... tutte belle cose (realtà probabilmente andate ben oltre le aspettative dei loro "padri"), quando le si hanno. ma forse sarebbe più corretto dire quando le si possono usare.
pensate alla sottile differenza tra avere e poter usare. ad esempio riferita a una bella motocicletta, 15mila euro per portarla nel box, e poi? tempo e denaro per goderla appieno, in ordine di grandezza, sono un multiplo di quanto speso al momento del ritiro.
per chi le cose non le ha a disposizione, forse, sarebbe meglio che non le avessero nemmeno gli altri. soprattutto se deve passare la vita a rincorrerle.
immolare la mia esistenza, giorno dopo giorno, per i "beni" di altri (dico andare a costruire automobili col tram, giusto per rendere il concetto) non fa proprio per me.
dalla nascita "a mani vuote" siamo arrivati fin qui.
ne è valsa la pena? credo sia molto soggettivo, per i singoli, e sono convinto di no per i gruppi nel loro insieme (ad esempio quello dei motociclisti).
un indizio: io non tocco una moto da vent'anni ma probabilmente ho consumato più gomme di molti di voi. e naturalmente di me stesso, se avessi accettato certi compromessi fin dall'adolescenza.
invece, almeno in questo senso, ho vissuto tre o quattro vite al prezzo di una.
solo per aver puntualmente buttato nel cesso le cose che EVIDENTEMENTE non potevo più avere/usare.
intanto ho 41 anni... "non sottovalutare il trascorrere del tempo".
Sappiamo molte più cose rispetto a un tempo...infatti si diventa e si aspira a diventare sempre più vecchi, badando bene a fare tutto il possibile per avere senza vivere. Come dire, morto a trent'anni, sepolto a settanta (ma anche parecchio più in là).
RispondiEliminaSpesso dico di non essere motociclista ma di andare semplicemente in moto, e francamente mi vergogno parecchio ad essere associata a una categoria che valuta il prossimo per il mezzo che ha piuttosto che per come lo usa, proprio come un feticcio da esibire per giustificare il fatto che si puliscono cessi con la lingua per 10 ore al giorno.
Se non ci fossero questi feticci, d'altronde, che ci andremmo a fare a pulire i cessi? ;)))