pontremoli 1992, miglior tempo assoluto |
alla fine l'ho beccato.
eravamo rimasti a me che passando per san mauro chiedevo di lui al tipo con l'rsv4. quello che non l'aveva mai sentito nominare, ricordate?
invece questa è stata la volta buona: dopo che diversi piloti e parenti di piloti mi avevano cercato e promesso invano mari e monti, in termini di materiale fotografico e contatti telefonici, il corridore più forte del mio periodo in salita l'ho scovato da solo. e lui non si è tirato indietro, anche se le cose da fare sicuramente non gli mancano.
proprio paolo pozzo, all'epoca solitario e taciturno quanto veloce, si è dimostrato estremamente disponibile. concreto invece lo è sempre stato, e probabilmente sempre lo sarà.
nel 1992 vinse, col miglior tempo assoluto, tutte le gare a cui partecipò. unica eccezione la "serra", dove corse con una mano fratturata da soli sei giorni... e fece secondo.
devo dirvi che mi sono trovato davanti una persona molto diversa da quella che immaginavo di incontrare: ovviamente disincantata, ma con una passione enorme per le moto e le corse (è un tifoso di rossi, sigh).
anche per quanto riguarda il suo passato, chiacchierandoci, ho scoperto che "il mostro" dei primi anni novanta non era l'enfant prodige che io credevo (e temevo), bensì quasi un ex pilota che in pista, circa cinque anni prima, aveva fatto cose notevolissime (lui minimizza ma capirossi ancora se lo ricorda...).
comunque della "favola" di paolo scriverò ancora, cercando di raccontarla dal principio. intanto ci tenevo a portare delle sue immagini sul web... per lui, per la salita, per me.
se avete delle domande...
san remo 1992, miglior tempo assoluto |
N.B. le foto sono cliccabili.
Evviva!
RispondiEliminaBravo Put per la tenacia e grazie Paolo.
Sono ingordo di tutto quello che riguarda la salita e soprattutto di quegli anni.
Corse (e anni) dimenticati dai media ma non cancellati dai ricordi di chi (come me) stava anche solo a bordo strada.
Dai, dai...postate! postate!
gli anni fantastici della salita!! nati come un ripiego(anche se in salita avevo iniziato..) sono diventati uno dei più bei periodi della mia vita, pieni di soddisfazioni , non solo per i risultati, ma per l'ambiente , la bella compagnia di tanti amici e la soddisfazione unica che ti dà il tipo di guida richiesto nelle gare di velocità in salita!!
RispondiEliminanon ci pensavo nemmeno più e un giorno il put(come lo chiamate qui..) mi rintraccia...!ora sto cercando le foto ..impresa non facile ..,e il ricordo di qualche episodio che valga la pena raccontare!!! ciao paolo.
Delle pochissime gare che vidi in quel periodo me ne ricordo eccome! Io acquistai la Yamaha Fzr nel 93, ma proprio non riuscii mai ad adattarmici e vedendo queste immagini non posso che farti ancora i complimenti Paolo, cosi' come al Put che non manca di far riemergere un motociclismo che mi è particolarmente caro, sia per il desiderio che ho sempre avuto di provarci almeno una volta nella vita per soddisfazione personale (non ci sono mai arrivato per complicazioni in famiglia..), per l'ammirazione che nutro per gente cosi' genuina e schietta, per un ambiente che non ha nulla da invidiare a nessuno e perché pochi media e giornali ingiustamente ne parlano e ne scrivono.
RispondiEliminaBravo Paolo!
ciao sburbiz,
RispondiEliminapaolo mi sta mandando un sacco di foto, ovviamente se me ne "scipperai" qualcuna per il tuo blog mi farà solo piacere!
Bello bello bello! Tra foto e articoli di giornale si sta ricostruendo una bella fetta di storia della salita qui sul blog ;)))
RispondiEliminaSei una Forte emozione che grazie al Put ho potuto sapere...
RispondiEliminaSburbiz, te l' avevo detto che una moto vera l' avevi avuta...
RispondiEliminaScherzo, e quando si può ti offro da bere...
E poi godo mica male che anche chi sa andare in moto, riconosce gl' altri...
RispondiElimina46 Yama miticuuuu....
Non mi sembra giusto scipparti delle foto Put, ma se proprio insisti aspetterò che mi venga l'ispirazione per un post come si deve (Paolo se lo merita) e poi lo farò. Le gare in salita e soprattutto i protagonisti di quelle stagioni memorabili meritano davvero di essere portati a conoscenza di tutti. Mi duole non essere ancora riuscito a trovare materiale su Maxim, ma ho sguinzagliato mio fratello sulle orme di chi ci ha corso insieme e prima o poi qualcosa salterà fuori...
RispondiElimina1.06
RispondiEliminami sono appena attivato per cercarti qualcosa su maxim.
se siamo fortunati ci raggiungerà una vecchia conoscenza.
;)
paolo,
RispondiEliminadove hai messo il telefono???
;)
ciao,grazie sburbiz per i complimenti e grazie a tutti anzi, di apprezzare e ricordare le gare in salita e in particolare quel periodo che persino io mi stavo dimenticando...
RispondiEliminapurtroppo il periodo d'oro della velocità in salita era finito anche se a cavallo tra anni 80 e 90 i piloti fortissimi erano ancora molti.(maxim uno di questi..)l'atteggiamento di totale disinteresse da parte della fmi(anzi direi ostile)nei confronti della disciplina fece sì che il campionato venisse declassato a "trofeo nazionale della montagna"...cosi non posso neppure vantare di essre campione italiano sigh!!!(ahahahah..)ciò non toglie che a seguire le gare vi fosse un pubblico sempre numerosissimo(non solo di spettatori occasionali,ma anche di appassionati che seguivano quasi tutte le gare!!!) e tanto era esaltante ed appagante gareggiare in quelle condizioni quanto era deprimente partecipare ad una prova dell'italiano in pista con gli spalti e l'autodromo deserto(nel 93 feci l'una e l'alta cosa..)
8.57
RispondiEliminainfatti, poi lo vedremo nel post sul '93, intanto una foto che spiega di cosa parli:
http://motosalitevintage.blogspot.com/
Che moto vintage...io ho una domanda da fare...la webcam che c'è sotto questi commenti è del gabinetto di casa tua? Che orrore! Non hai i sanitari! :-P
RispondiEliminauè porty,
RispondiEliminava' che se fai il furbino te la metto anche a te la webcam...
perché invece non ti prendi una bella minimoto che poi il paolo ti insegna?
:)))
Il blog sulla salita era partito veramente bene, peccato poi si sia arenato.
RispondiEliminaComunque paolo non pensare di cavartela con così poco, vogliamo leggere qualche racconto e magari anche qualche dritta! ;)
ok laura,a patto che mi spieghi come ti sei appassionata alle salite e alla loro storia ..pare tu sappia piuttosto bene chi sono ..e questo (vista la tua giovane età)mi incurisisce non poco!!!
RispondiEliminaper i racconti mi metto d'accordo con il Put se iniziare qualcosina qui o lasciare a lui il lavoro....
per le dritte..se non ti offendi ti dò subito la prima...(valga anche per tutti quelli "come te").
per difficoltoso che possa essere procurati un mezzo almeno decente(vedessi con cosa ho cominciato...)"stacca" la licenza e trova il modo di gareggiare nelle salite (magari lo hai già fatto..)e in giro per le colline vai a spasso e non "al limite"...basta un attimo,il più delle volte per colpa altrui..e poi le salite non le fai più!!
in più le sensazioni che puoi avere dalla gara sono molto più intense e nemmeno paragonabili!!!
...ancora ricordo il "cuore in gola" davanti al semaforo .. e la successiva sensazione di liberazione ,sicurezza , determinazione durante la gara!!(se il "predicozzo" ti urta scusa!!!)
se invece vuoi pure 2 dritte (soggettive..) su come affrontare la cosa...ci proviamo!!
ciao paolo
dal sito di Luca Pedersoli:
RispondiElimina""Nell'inverno che precede il 1993 Luca prende una pausa riflessiva abbandonando temporaneamente le corse a causa degli elevati costi che i Team professionali richedevano.""
1995
""Nella stessa stagione il pilota è impegnato anche su un altro fronte: Il Campionato Italiano di gare di velocità in salita: disciplina pericolosa, ma dalle sensazioni esaltanti e dai costi limitati rispetto alla pista.""
E’ solo un esempio per una serie di considerazioni sulla gare in salita, l’ultima delle quali è: possibile che una competizione motoristica così accessibile e spettacolare sia stata osteggiata, anche a costo di bruciare piloti promettenti, con incredibile severità?
A causa della pericolosità? Ma per favore… (tra l’altro, perché le fanno ancora alloa?).
Quando da ragazzino andavo alle gare in salita, mi aggiravo tra i “box” (viene da ridere a chiamarli così) vicino alle moto mi venivano i brividi, certo anche da paura, ma che fascino irresistibile!
Per noi ragazzini, quello rappresentava la prima possibilità, pensando a cimentarsi…
I circuiti…ma chi li vedeva! Forse solo per noi che eravamo poveri…
paolo,
RispondiEliminafatti un giro qui (ctrlC ecc.):
http://motosalitevintage.blogspot.com/2010/03/adry.html
dopo aver letto i miei commenti sotto al post...
:)))
potresti commentare la foto 05 a beneficio di laura, no?
;)
15:53
RispondiEliminaecco un consiglio "strano" ma molto buono.
Altro che uso del freno posteriore...
ok put mi hai tirato dentro...
RispondiEliminariguardo la foto numero 5.
1 non si tratta di adry,ma di marco mattea ,altro pilota del team adry.
2 stessa curva della foto che mi hai pubblicato sul post
3 foto più spettacolare ..ginocchio in terra!!
4 marco guidava davvero molto bene,però alla fine di quella curva probabilmente avrà percorso molti metri in più di me.e.in piu descrivendo una traiettoria più curvilinea!(quindi meno veloce..)risultato..diversi secondi in più sul tempo di gara...già..put non ero un pilota molto spettacolare ecco uno dei motivi per cui "non ho lasciato il segno".
mentre ci sono meglio fare una precisazione sull'uso della parola "sicurezza" che ho fatto nel commento precedente!! rileggendo ho capito!!!
la parola era intesa NON come sicurezza della gara (mi sento protetto,ecc),ma come sicurezza in me stesso ,nel senso che una volta preso il via tutto avveniva senza esitazioni ed incertezze grazie al fatto che preparavo la gara(se volete ne parleremo..)in modo molto meticoloso e preciso(grazie ruo!!)ciao paolo.
17.13
RispondiElimina:)
bella paolo!
lo stesso mattea con cui mi sportellavo sull'rd?
;)
erano 2 fratelli..marco e mauro(pseudonimo pluto)
RispondiEliminaciao
Vabbeè chi mi insegna ad andare almeno sul Fifty? (Rosso ovviamente!)
RispondiElimina19.58
RispondiEliminaper quei mezzi lì meglio del bracame non c'è nessuno...
:)))
Ho avuto modo di conoscere Salvioli, che correva con Maxim nel team Viola di Savona,dove risiede tutt'ora mio fratello,che lo incontra spesso e con cui si intrattiene volentieri.
RispondiEliminaSpero di riuscire anch'io a scovare qualche immagine o carpire qualche racconto..
Sono contento che già uno come Paolo abbia deciso di intervenire qui e lo invito a dare uno sguardo anche al mio modestissimo blog
http://marcagarage.blogspot.com/
perché ci tengo ad avere l'opinione di un protagonista di quelle stagioni che ritengo non a torto una pagina importante del motociclismo nazionale.
Ora mi capita di rado, ma negli anni frequentando i passi e i luoghi di ritrovo dei centauri liguri ho capito quanto ci sia di genuino in tanti motociclisti navigati e quanti smanettoni della domenica siano in realtà dei cialtroni o degli incoscienti che nelle salite non arriverebbero nemmeno in cima al traguardo!
La guida pulita e la preparazione meticolosa pagano sempre, mentre in tante occasioni ho visto gente aggredire in gara il percorso come furie per poi spuntare dei tempi da ultimo classificato. E' stata una lezione importante che mi ha preservato dal commettere idiozie in giro e imparare a guidare seriamente. O almeno spero d'esserci riuscito.
Grazie PUT, grazie PAOLO di raccontare di un mondo a me sconosciuto. A leggervi sembra che sia stato un affare legato a poche zone d'ITALIA, le MARCHE ad esempio molto legate al cross e alla velocità in circuito penso che abbiano avuto pochi piloti impegnati in questa disciplina.
RispondiEliminaQuello che mi incuriosisce di + è sapere cosa spingeva voi piloti a presentarsi su un pezzo di strada in condizioni di asfalto a volte critiche, tra alberi, gardrail e a dare il tutto e per tutto in un solo round.
Nessun pilota da studiare e sorpassare ma solo un cronometro da battere.
Adrenalina a 1000 per pochi secondi e poi un ritorno alla vita/lavoro normale con in mente già la prossima sfida.
Attendo di emozionarmi ancora ...
avevo lanciato un sasso..provocando un po laura(se ti ho urtata non me ne volere e fatti sentire ancora in questa discussione!!!)dicendo fondamentalmente quello che ho sempre pensato..ovvero meglio sbattersi e cercare di gareggiare che entrare a far parte degli"smanattoni"citati da sburbiz. ...e per chi non accettasse la questione sicurezza...come motivo...beh le emozioni e le soddisfazioni(per non parlare delle difficoltà) di affrontare una gara "vera" non sono nemmeno paragonabili. sburbiz ora è tardi ..ma domani passo a fare un giro sul tuo blog.
RispondiEliminaps. se sto già diventando "pesante"..ditemelo ...comunque il predicozzo giuro è finito!!! si potrebbero raccontare cose più divertenti e interessanti...ciao paolo
comunicazione di servizio:
RispondiEliminacausa pennica del put, paolo ha scritto il suo 0.16 senza poter vedere il commento del lanfry: sono stati pubblicati entrambi solo poco fa.
23.11
RispondiEliminalascio rispondere prima paolo... mi incuriosisce più di me.
:)))
0.16
RispondiEliminanon farti strane idee, laura scrive poco perché da qualche tempo è senza pc... vedrai che non è tipa da abbandonare le discussioni senza "salutare".
:)
p.s. non aver paura di essere "pesante": se sei convinto di una cosa che ti sembra poco condivisa... riscrivila!
pesanti sono le cose scontate, quelle su cui tutti, magari pure a torto, concordano.
ecco, riguardo le zone "calde " della salita senza dubbio piemonte ,liguria ,toscana,ai miei tempi la facevano da padrone,poi lombardia (mitica ballabio- pian dei resinelli che ho avuto il piacere di disputare(8 km e tornanti in pavè!!!)qualcosina in trentino(trento-bondone prima,levico-vetriolo poi)puglia (fasano-selva),sicilia (pian provenzano),..ora forse gli orizzonti si sono un po allargati e nel contempo mi pare ci sia stato un grande calo in piemonte.
RispondiEliminapaolo
riguardo a cosa spinge i piloti a rischiare tra muretti ecc..penso sia una cosa molto personale e posso raccontare la mia esperienza,altro discorso invece può essere cosa c'è di bello e di attraente nell'affrontare un tipo di gara così diversa dalla pista.
RispondiEliminaio ho cominciato a gareggiare in salita nel 1985 dopo aver visto qualche gara negli anni precenti.iniziare nelle gare in salita è stata una cosa del tutto normale e scontata per me..le gare in pista nemmeno le conoscevo,i circuiti erano lontani..di fatto in piemonte le "gare" in moto erano quelle in salita..poi ,se si era bravi, fortunati,coi soldi si approdava alla pista!!quindi nessuna scelta dovuta a smania di guida tra muretti ,alberi ,su strade particolarmente insidiose..le "gare "erano quelle e basta!!
casomai DOPO ,anche dopo aver provato (quasi subito)la pista, ho capito la bellezza e il fascino della salita. mai una gara uguale all'altra ad esempio,la concentrazione e l'attenzione da dedicare allo studio-prova del tracciato(e meno pugnette alle sospensioni con il chattering),il confrontarsi e migliorarsi senza riferimenti ma solo col cronometro e ,con l'esperienza ,con le proprie sensazioni,l'estrema tecnicita della guida(magari mai al limite come in pista, guai,ma di grandissima soddisfazione),e cosa non da poco il saper sopportare la" pressione"di una gara che non ammette errori per il crono e per altro...!!!
ben più di una "scianca"(tirata-sfida) con gli amici come diciamo dalle mie parti.
ciao paolo
15.33
RispondiEliminaprendiamo ad esempio la stagione '91, quando ti ho conosciuto io: come ti allenavi in inverno e tra una gara e l'altra?
ruo e molti altri li incontravo in giro per le piste, ma tu sembravi materializzarti solo alle partenze delle gare... ero io che guardavo dalla parte sbagliata o c'è del vero?
Uhuhuh tranquilli che non fuggo...
RispondiEliminapaolo per la tua curiosità è presto detto: la spiegazione è un mio amico, meccanico patito per le moto, più grande di me e appassionato di salite che ti ha visto correre un paio di volte (rimanendone ammaliato), quello che mi ha insegnato a mettere le marce con la sua vecchia nsr nel piazzale dietro l'officina, quella che, diceva, mi avrebbe regalato se a 16 anni avessi convinto i miei a farmi prendere la patente.
Non fece in tempo: durante un giro con la sua exup il camion che stava sorpassando gli svoltò davanti. Come vedi ho preso coscienza ben presto dei rischi insiti nell'andare in moto ;)
quello che non capisco è la graduatoria della pericolosità, la moto è pericolosa punto. Purtroppo io non ho la possibilità di permettermi la pista tutti i fine settimana (nemmeno una volta al mese se è per questo...)e non vedo l'utilità di andare in pista 2 volte l'anno o fare 3 o 4 gare durante l'estate tenendo la moto ferma al di fuori di quelle occasioni. Se poi c'è il modo in cui la strada che dici tu possa essere percorribile spendendo le stesse cifre che spendo io a tirare in strada spiegami please...
Grazie a Paolo, che ha fatto un "giretto" anche sul mio blog e che racconta cose che prima da spettatore immaginavo ed ora invece posso dire che erano supposizioni giuste, come quella della concentrazione, di quelli che fanno i tempi migliori e non sempre sono i più "assatanati" lungo il percorso e di come le gare in salita siano una specialità a sé,anche se come dice lui in certe zone(come in Liguria da me..) sono sempre state una tappa obbligata per poter iniziare a correre, visto la mancanza di circuiti e di sponsor munifici.
RispondiEliminaDa noi di gare se ne disputavano parecchie, mentre negli ultimi anni i motoclub hanno mollato nell'impegno e sono stati spesso osteggiati dalla burocrazia e dagli abitanti delle zone coinvolte, anche se gli esercenti di certe zone isolate dovrebbero ringraziare quei momenti...
beh...Put in parte c'è anche del vero in quel che dici..in inverno in pista io non ci andavo ad allenarmi..avevo bisogno di ricaricare le pile e il portafoglio....però in quegli anni mi presi una moto da cross(usata ovvio)e cercavo di andare a girare nelle varie piste come rivarolo,orbassano ,la loggia,valmanera e baldissero di pinerolo dove tra l'altro organizzammo una garetta tra i piloti piemontesi,
RispondiEliminafu molto divertente!!
ciao laura,difficile che io possa darti spiegazione su come "gestire" il tuo budget(purtroppo esiguo ,mi pare e mi spiace).lasciamo perdere la pista che ha dei costi inarrivabili per un "umano"(se ci ho corso è solamente perche ho trovato delle persone "speciali" che mi hanno aiutato).premesso che non seguo più le salite e nemmeno sò quindi dove si disputano le gare, ai miei tempi (brutto da dire..figuriamo da sentire ,scusami)fare 6/7 gare tra piemonte e liguria in modo economico era possibile. per me significò comunque sia tra l'85 e l'87 che tra il 91 e il 97 rinunciare ai miei giri a "tirare in strada" e dedicarmi solo alle gare(chiedere a cinzia ,ora mia moglie se la portavo mai in giro in moto..),oltrechè rinunciare a qualsiasi altra forma di divertimento che costasse denaro,(ferie,cene ,cinema,uscire con gli amici..)a dire il vero per me non è che fossero chissà che rinunce,mi andava bene così!! bisogna almeno però avere l'opportunita di poter fare delle scelte e ti auguro di cuore che sia così.poi ovviamente fai tu!!
RispondiEliminami spiace,ma non sono d'accordo sul fatto che "la moto è pericolosa punto" , ma come mi racconti che il tuo amico e pure "mio tifoso" è vittima di un camion che decide di svoltare...e poi mi dici una cosa simile!
certo la moto è pericolosa ma in una gara in salita il camion che svolta ,lo stronzo che esce da una stradina secondaria,quello che scende quasi contromano non lo troverai mai!! se prendi la lecca ,al 99% perlomeno è colpa tua e se invece di improvvisare ti prepari bene riduci un po anche questo rischio. sono stato giovane anche io e le tirate le ho fatte...se ti va ti racconto l'episodio (pure divertente..) che mi ha fatto pensare " ..e se provassi a correre in salita??) ciao paolo.
21.59
RispondiEliminaci vorrà un po' prima che laura ti legga, quindi intanto te lo chiedo io il racconto di quell'episodio.
poi ci dicevi della moto da cross per l'inverno... ok, potendo è una bella preparazione, ma poi?
passavi direttamente dai salti alle prove ufficiali delle salite? e fra una corsa e l'altra?
alla fine, tutto compreso, tra prove e manches di gara, non so se si andava oltre i dieci minuti di guida...
io francamente le gare in sé le percepivo più come un esame.
certamente un esame complesso e affascinante, ogni volta fondamentale per la prova successiva... ma assolutamente insufficiente sia per la crescita di moto e pilota che per l'appagamento fisico: sarebbe stato bello prepararsi alle salite esclusivamente in pista, ma tanto lavoro io l'ho fatto per strada.
e non credo di esser stato un'eccezione.
come si chiamava quel libriccino con pagnozzi in copertina che avevamo entrambi?
anni fa lo prestai a un tipo che veniva da qualche stagione in pista; per qualche giorno se lo portò ovunque, tempestandomi di domande.
a un certo punto ricordo che scosse la testa e disse "oh, ma son morti tutti..."
non pensare ch'io sia contro la salita, non è affatto così, ma certe tue affermazioni mi spiazzano parecchio.
uno scalatore che critichi uno stradista mi sa un po' di bue che dà del cornuto all'asino.
ognuno gioca come può e con quello che ha: io difendo sempre la salita dalle critiche dei pistaioli; per le stesse ragioni, in questa sede, mi schiero con gli smanettoni.
altrimenti tanto vale dire che le strade sono a misura di codice stradale (nonostante le folkloristiche balle di paglia) e chi non ha i soldi per la pista se ne stia a casa a tifare i campioni.
concludo questo commento citando una mia riflessione sulla molteplicità delle culture:
fra motociclisti, quando uno si ammazza passando col rosso, si dice che se l'è cercata.
quando muore un pilota in pista si inveisce contro il destino.
mia madre, con le sue due lauree, non coglieva alcuna differenza. proprio come qualsiasi donna africana di quelle che vanno a prendere l'acqua al fiume col secchio.
per me l'unica vera tragedia è quando qualcuno si pente di aver incontrato le moto. e questo, senza consapevolezza, può avvenire tanto in pista che in salita o nei luoghi delle "scianche".
Put,penso di essermi infilato in un vicolo cieco.
RispondiEliminatutto volevo salvo venire qui a criticare qualcuno e a dire cosa è giusto e cosa è sbagliato.ognuno ovviamente interpreta la moto come crede,io l'ho fatto evidentemente un po' a modo mio . resto dell'idea che gli "smanettoni" che in qualche modo possono permetterselo farebbero bene a sfogarsi in pista o al limite nelle cronoscalate andando in strada aperta al traffico un po' più con calma(anche solo un pochino..una "tiratina" ogni tanto ci vuole!!).
mettiamo un po di ordine:
io di fronte alla scelta di fare solo le gare(o quasi, via..) o di andare ad "allenarmi" su strada (e in pista..)ho scelto le gare .ho fatto bene? ho fatto male? non so..mi è venuto di fare così e qui lo porto come esperienza e null'altro.
pochi minuti tra gare e prove è vero..mi appagavano evidentemente più di andare a smanettare in strada e tanto mi
bastava..
è vero in salita i morti sono stati tanti, soprattutto il sabato però, lo sai anche tu..
e purtroppo il sabato delle tirate a strada aperta faceva "parte" dell evento per molti piloti("smanettoni") , c'era pure il pubblico..figurati...
chi non si è fatto contagiare troppo da questa insana (e anche inutile..)abitudine ,come il sottoscritto e molti altri ha rischiato molto meno, tutto qui.
ho comunque imparato poco alla volta dai piloti che avevo deciso di prendere ad esempio ,anche in questo ho fatto delle libere scelte.
ognuno su chi prendere ad esempio può scegliere..anche se poi l'aver fatto la scelta giusta può essere solo frutto della fortuna.
il motociclismo.
bellissmo,!!purtroppo ,senza false ipocrisie, difficile e (soprattutto a livello agonistico)non per tutti...o lo si accetta e ci si adatta oppure lo si vive davvero male(e credimi mi è successo per un po..visto che la mia storia la sai...).
concludo..:mi è tornata la voglia di andare in moto.. sono curioso di vedere se sono capace di andare "a spasso", non ne sono mai stato capace..per questo avevo scelto la stra delle gare!!ciao paolo
anche se non abbiamo le stesse idee..l'episodio che mi ha indicato la via delle salite te lo (anzi VE lo )racconto ,con la premessa questa volta di non leggerlo come un esempio (ok! ..ho capito che qui non sono un esempio...)ma di prenderlo come un pezzo divertente della mia storia di motociclista.
RispondiEliminaquando avevo 16 anni arrivò il primo 125..un honda xl 4 tempi enduro ,inchiodata a dei livelli pazzeschi..non andava avanti!!!mi sarei mangiato mio padre!!!ma fu irremovibile!(forse gli devo un ringraziamento!!).nulla toglie che ovviamente non potessi cercare di coglierne il limite...
trovai una bella strada(col del lis)una ventina di km tra salita e discesa e cominciarono le prove cronometrate!!cronometro al polso 1 o 2 volte la settimana andavo a fare "il tempo"!!
i tempi li segnavo su di un manifesto della chivasso-castagneto che tenevo appeso in camera..
obbiettivo chiaramente :tutte le volte battere il record. e ci riuscivo...
un giorno ,curva a dx in discesa(ora immaginate proprio)lunga ,abbastanza veloce..io sono larghissimo,mi si para davanti un auto(sinceramente il modello mi sfugge hihihi..)che stringe invece molto la curva..(fortuna ,per una volta!!)... è un attimo..correggo appena, gli passo a sinistra!!!..senza praticamente levare il gas(mi pare).finisco la prova,mi fermo, miglioro il tempo per l'ennesima volta,..ci ripenso,e mi viene voglia di una strada tutta
per me...in fondo le gare in salita quella strada me la potrebbero dare..l'anno succesivo debuttai. ciao paolo
7.26
RispondiEliminalo so paolo, il web è spiazzante: inizi a parlare di un argomento e ti trovi a discutere di tutt'altro... però è così che vengono fuori le cose migliori.
i coretti "beeelo beelo, bravo giusto, complimentooni" non portano nulla.
dal mio punto di vista, qui con te, stiamo facendo "bene al motociclismo" assai più di rossi&meda.
poi, soprattutto, quello che si scrive rimane: lo può leggere chiunque (chissà chi e chissà quando!)
ne hai già avuto un assaggio con sburbiz, e ancora non hai un profilo con la posta...
voglio dire: fregatene del consenso dei quattro gatti con cui discuti, soprattutto se ti pare che dicano cazzate.
non te lo dico perché credo che sia questo il caso, ma perché ti voglio "veloce" anche sul web. il talento ho già visto che c'è. ;)
quando ho conosciuto lauretta, nel periodo in cui sembrava che le avessimo trovato una moto per sillano 2010, mi sono sentito addosso una grossa responsabilità, e non solo per la gara: abbiamo passato parecchio tempo al telefono e ora sono molto più sereno, convinto che stia percorrendo un passaggio "obbligato" con grande consapevolezza.
ho capito che sono un ex a tutti gli effetti e sarò felice sia se riuscirà a gareggiare, sia se troverà nuove cose in cui spendersi.
p.s. pure io a sedici anni mi sono scambiato le corsie: r5 turbo contro ns125f, in corsica. se non fossi arrivato lungo mi avrebbe preso... in quel momento mi sentii quasi l'uomo del destino. in effetti cose strane me ne sono successe un po'... ma ora le moto mi danno un certo disagio: mi hanno fatto provare la scorsa estate e non mi è piaciuto.
largo ai giovani!
:)
"poco motore da piccoli, tanto gas da grandi"
RispondiEliminabravo nonno gino!
;)))
Beh, la fase della scelta dei sacrifici da affrontare l'ho già superata ;) e sinceramente, visto che mi ha sempre appagato di più un'uscita in moto che una serata in discoteca (ci sono stata una volta in realtà, esperienza più traumatica di uno scivolone in pista :))) ) non è stata una scelta difficile. Dalle parti della toscana gare raggiungibili ce ne sono diverse (a parte sillano che porta via comunque una giornata di viaggio, o quasi!), come ho già detto l'unica mia perplessità è sulla possibilità di migliorare concretamente con qualche gara all'anno e basta. Comunque questo non vuol dire che non abbia apprezzato il tuo intervento tutt'altro! Mi fa piacere che chi ha già vissuto queste cose condivida con me le sue esperienze, non si sa mai che ci sia qualcosa a cui attingere ;)
RispondiEliminaOra vi lascio perchè senno mi poccio lo stipendio con l'internet point! :P
laura la scelta spetta a te.
RispondiEliminaavere diverse gare vicine è già un buon presupposto(sillano però non te la perdere..)sul fatto di migliorare o no facendo poche gare all'anno ..diciamo che è una cosa soggettiva probabilmente(lo dico così ,tanto per far piacere al Put..la mia convinzione è ben diversa non lo nego..)ma se non provi non puoi sapere e fartene un idea.
non voglio assolutamente convincerti a gareggiare ,tanto quella è una cosa che verrà da se quando te la sentirai/potrai così come è successo a me!
nel caso decidessi di diventare un pilota di cronoscalate sarei ben felice di darti 2 dritte su come preparare l'evento!!! le curve mi pare di capire che ti vengono piuttosto bene senza tanti consigli!!!a presto paolo.
0.11
RispondiEliminavisto che siamo in argomento, e che purtroppo le situazioni simili a quella di laura sono sempre più comuni, le dritte potresti darle comunque.
vademecum per aspiranti scalatori... che ne dici?
;)
un consiglio ad un amico imbarazza meno..mettersi sulla "cattedra" un po di più ..
RispondiEliminaperò potremmo fare così: vi racconterò come facevo io ,magari un po' a puntate sennò la cosa viene troppo lunga e perdiamo il filo.visto poi che il mio sistema di prepararmi la gara era anche piuttosto singolare..se ci fossero domande o dubbi..chi vuole interviene...
ovvamente partiamo dal presupposto che devo preparare una gara"nuova" o comunque non molto conosciuta perchè alla chivasso -castagneto potrei parteciparvi anche domani!!
prima di parlare della gara però parliamo della preparazione generale alla stagione(anche se è fatta di solo 3 gare)
1 la conoscenza e il feeling con la moto dovrebbe essre totale quindi io mi concentravo a fare parecchi km su strada (quando ovviamente ho gareggiato con moto stradali)non necessariamente a manetta,anzi ad un andatura tale da poter essere ben lucido e capire come si comportava.(magari una "tiratina" ogni tanto..)insomma, se si riesce ad usare la moto con cui si gareggerà come si usa ad esempio la forchetta quando si mangia la pasta siamo alla perfezione.
2 inutile nasconderlo nel 93 l'anno in cui ho guidato meglio, il fatto di aver girato e gareggiato anche in pista mi ha decisamente migliorato.potendo farlo, qualche uscita anche solo su piste "piccole" aiuta.
3 l'adattamento . io non ci mettevo molto. capire se si ha la padronanza e la sicurezza è un fattore personale .Se si evita di andare a tirare sempre nello stesso posto ...ma si cambia spesso strada(senza esagerare ,magari alternando guida "brillante" a qualche "tiratina") per me è meglio,tanto l'obbiettivo mica è andare forte proprio là dove si trovano tutti...
carne al fuoco ne ho già messa!!! mettiamo un "!continua" che è meglio ,tanto il bello deve ancora venire! ciao paolo.
7.42
RispondiEliminasottoscrivo.
tenete d'occhio il budget, però... se vi trovate a dover scegliere tra un ohlins (ma anche le carene da pista o le pastiglie buone) e un vecchio furgone c'è una sirena che sta suonando, ed è tutta per voi!
ve lo dice uno che a suo tempo la ignorò... e si ritrovò spolpato dagli sciacalli: vi assicuro che ci sono, casomai ne dubitaste.
i miei furono gentilissimi, amiconi con tutti e, guarda caso, sempre alle prese con nuovi talenti squattrinati.
morale: ricordate che cenerentola non esiste, le calcolatrici e i listini invece sì.
;)
Davvero bello ‘sto post…
RispondiEliminaA sentire (leggere) Paolo mi ritornano al palato parole, mentalità e atmosfere motociclistiche che non gustavo da tanto tempo (una trentina d’anni? Mannaggia…).
Le sue parole non solo confermano quanto ho scritto (e sempre pensato) e cioè che le salite erano le “vere ed uniche” competizioni che consideravamo (conoscevamo) e che, aldilà di romanticherie e mitizzazioni, si accordavano con le difficoltà economiche di chi anche solo per diletto andava in moto e guardava un po’ più in la, all’aspetto agonistico, in modo spurio, rustico ed improvvisato ma sincero.
In effetti, in Piemonte si respirava davvero a pieni polmoni l’arte della salita (della Chivasso-Castagneto non ne perdevo una) e c’era molto seguito, i motoclub funzionavano, si andava nelle officine a curiosare… c’era molta disponibilità, scambio di informazioni ed esperienze e spesso, la frequentazione delle piste da cross citate da Paolo (a cui aggiungo Lombardore) non solo da spettatori ma anche in sella, era l’occasione di avere qualche pilota, in veste non ufficiale, al proprio fianco…
Ma, senza entrare nel merito della cd sicurezza, gli ultimi interventi di Paolo mi spingono a chiedere conferma dell’interpretazione che ho dato ad un suo commento (15:53 del 20/4) che, in seguito ad una discussione col Put, pensavo di aver travisato.
Ovvero, là dove scrive “"stacca" la licenza e trova il modo di gareggiare nelle salite (magari lo hai già fatto..)e in giro per le colline vai a spasso e non "al limite"...” ho inteso si riferisse non ad un consiglio per la giterella da fare in sicurezza ma all’allenamento per la salita. Cioè, quello che viene detto dopo: stante l’impossibilità di utilizzare la pista ( che cmq richiede un altro approccio e un altro scopo) usare la strada per conoscere il mezzo e sé stessi, l’impostazione delle traiettorie e la tecnica di guida, su un percorso molto più simile a quello di gara. Giustamente non al limite, proprio perché, pericolo della strada aperta a parte, le capacità competitive si affinano in altro modo e non solo smanettando a più non posso (che è un po’ anche quello che diceva Sburbiz).
Va beh, Paolo potrà confermare se davvero era questo che intendeva, mi preme solo ribadire che nella mia pubertà di uomo e di motociclista, questo era quello che io, pur non avendo velleità agonistiche, ho imparato frequentando le salite e l’ambiente ad esso collegato. Non l’andare forte ma guidare bene. E non è un paradosso, infatti non mi hanno mai lusingato le sparate degli smanettoni. Anzi…
12.33
RispondiEliminaecco, appunto!
il mio 9.16 era proprio per evitare questo tipo di mistificazioni.
io lo so che sei in buonafede, bracame, ma inizio col dirti che le "vere e uniche competizioni da considerare" non esistono. o meglio sono quelle che permettono agli addetti ai lavori di spennare i polli della misura adatta al proprio "spiedo".
a quattordici anni la licenza la staccai nell'enduro... e sapessi, avendo mio padre che pagava ma non troppo, quanto poco ci misero a svanire le belle emozioni di cui parli!
certo, dal di fuori sembrava un mondo incantato, ma che razza di ladruncoli ho conosciuto... quanta meschinità tra i campioncini in erba! ricordo un compagno di team, oggi famoso ma non come pilota, che con un paio di anni di età più di me e un titolo italiano junior, non tardò a farmi aprire gli occhi, tra l'altro spolpando a dovere la sua moto prima di consegnarmela e dopo aver incassato l'assegno: via via... non era proprio aria.
poi la salita... commovente, sì.
all'inizio avevo persino un campione italiano che mi ospitava gratuitamente sul camper... bastò arrivargli davanti alla prima gara per rompere l'idillio.
infine le scianche... e lì il lunedì c'era la fila di gente in officina, a sentire le imprese del put e del suo rivale di allora, chieder consigli, far provar moto e sostanzialmente a farlo sentire un padreterno.
cosa vi dovrei dire, che cisa e valtrebbia sono "le vere e uniche competizioni da considerare" perché veramente alla portata di tutti (e quindi senza trucchi e senza inganni)?
non credo proprio, anche perché i cbr di serie non crescevano sugli alberi. semmai ci tengo a sottolineare che correre in moto per vincere significa essere disposti a tutto contro gente disposta a tutto.
sul piatto si gioca ogni cosa: soldi, incolumità fisica, autostima, correttezza e chi più ne ha più ne metta, a seconda delle situazioni. quello che non mette uno lo mette l'altro.
e il banco (dei pegni?) vince sempre.
è bello? è brutto?
non lo so, ma a me, dal mio punto di vista e sulla base della mia esperienza, fa un po' sorridere questa cosa che racconti sulla "giusta misura" della salita: un giorno qualche amico di karel abraham (nulla di personale, anzi) potrebbe rivendersela parlando della motogp. magari confrontandola con la formula 1.
contentissimo di esserci stato in salita (volendolo a tutti i costi), lieto che le strepitose stagioni di paolo non cadano nel dimenticatoio, ma cerchiamo di essere obiettivi.
Beh, ora inizia a tornarmi il discorso :) tirare in strada non è certo come andare al limite in pista (niente staccatone a 230 ad esempio, e mettiamoci anche qualche bella barriera psicologica, poi per finire all'obitorio basta la strada aperta così come la gara in salita...a me sembra importante più che altro non lanciarsi al di là delle proprie possibilità, proprio perchè i benefattori non esistono. Io vorrei fare almeno una gara, questo è indubbio, ma farla per classificarmi merdesima ingrassando le tasche dei produttori di pinne da mettere sul forcellone (per citare una cosa qualunque) proprio non mi va. Spero di aver reso l'idea ;)
RispondiEliminaIo Godo a Sentirvi, per me i miti, gli eletti ci sono, nessun dio tra gli umani, ma Guerrieri Fantastici son ninfa in un mondo fatto di cacca...
RispondiEliminacazzo Put,se l'hai vissuta male..e io ho avuto un grande culo perchè tutta sta merda io non l'ho vista ..ifurbi e i furbetti c'erano e ci saranno sempre..,soldi ne ho spesi..(per quel che potevo anche troppi)ma non penso di aver "ingrassato" qualcuno,anzi nel MIO caso qualcuno spesso e volentieri ha messo per me ,qualche sponsor, e dai.. li cito !!GUIDO MANCINI(che se dovessi pagargli tutte le carenature che ho rotto ...),ADRY ,con cui ho passato le notti in officina ,e che mi ha ricostruito una moto dopo il volo del mugello a tempo di record..quando anche io volevo lasciare perdere...(poi vi racconto...)i BORRIdi chivasso ,con cui il rapporto non ha funzionato ma che mi hanno comunque fatto fare qualche gara a costo "zero assoluto".
RispondiEliminaps. la passeggiata per le colline può essere allenamento o gitarella perchè no??...i piloti put per me stanno da un'altra parte!! ciao paolo
19.20
RispondiElimina"i piloti put per me stanno da un'altra parte!!"
questa non mi è nuova... quando ci correvo io, in salita, me lo dicevano spesso che quelli veri stavano da un'altra parte.
visto che siamo sulla stagione '92, per dovere di cronaca devo dire che alla prima gara (voltri-turchino) paolo non partecipò e per me fu l'ultima gara (la prima in 750 sp).
battei per mezzo secondo il mitico renato ruo rui... e mi beccai 6.5 secondi da un certo fabio biagi...
chi era fabio biagi? direi uno "smanettone della domenica" alla sua prima gara (record e assoluto), oggettivamente.
ci allenammo insieme tutto l'inverno precedente, e nessuno si aspettava né che io battessi renato, né che fabio battesse me, in una "vera gara". e invece...
alla salita successiva (la san remo delle foto comparate) cadde facendosi un po' male (nulla di irreparabile) e da allora non se ne sentì più parlare. dal web sembra che abbia ancora oggi una panetteria.
ognuno interpreti questi fatti come meglio crede.
giorgio cantalupo, valerio de stefanis e serafino foti. una volta lasciata la salita per la pista, ci sono mai tornati?
davvero non credevo, paolo, che mi sarei trovato a osservare la salita da questa angolazione, parlandone con te; ma è qui che mi ha portato la tua logica.
concludo con un link che qualcuno mi ha mandato in questi giorni:
http://50iniepoca.forumfree.it/?t=49917439
si tratta di un thread complesso e che tocca molti aspetti del mondo motociclistico (oltre che della natura umana); tuttavia a me, che intanto "stavo qua", ha suscitato un commento lapidario sul cellulare di chi me l'aveva mandato: "bel malato di mente 'sto tipo!".
si sa, non siamo tutti uguali.
intervengo ancora una volta,poi forse davvero chiudo, e al limite vi racconto qualcosa del 93.
RispondiEliminanon stiamo arrivando a nulla..
"la mia logica" la stai inventando tu!!
meglio precisare quindi:
se avessi "potuto", e anche voluto fortemente, anche io alle salite probabilmente non sarei tornato.. Per per mancanza di fondi e anche per mancanza di coraggio a buttarmici fino in
fondo (purtroppo qualche problema famigliare ).feci la scelta più razionale.
pensai "smetto".
un anno di stop (il 90)e poi mi dissi: "in fondo almeno un campionato potresti cercare di vincerlo.."
e vennero le tre stagioni di cui stiamo parlando.
mi sono divertito,ho speso poco,meno che potevo,e ho avuto modo di apprezzare le salite.
la compagnia di ruo,adry,i mattea,e di tanti altri era ottima ,si cenava insieme,ognuno portava qualcosa ,passavamo un bel fine settimana.
qualche stronzo che diceva che vincevo solo perchè ero pazzo ovviamente c'era,ma non mi ricordo nemmeno più chi fosse.
questo è il mio ricordo delle salite..tutto qui!!
Put ,chissà quanti "smanettoni" più forti di me
c'erano in giro.....ci mancherebbe....!qualcuno ,come te e forse mi pare di capire come laura,avevano difficoltà oggettive,altri sceglievano semplicemente la strada piu comoda oppure non avevano lo spirito abbastanza competitivo.
"i piloti veri stanno da un'altra parte" ..il significato non vuolr essere "quelli che vanno forte", ma semplicemente quelli che si confrontano in una competizione ufficiale a strada(o pista che sia)chiusa con tanto di cronometristi ecc.
ho sempre rifiutato la logica delle sfide e delle gare più o meno clandestine perchè oltre a ritenerle più pericolose(lo so ,rifiuti questo concetto...)purtroppo possono mettere in gioco anche L'INCOLUMITA ALTRUI,ovvero di chi di per caso sta passeggiando, andando in bici o che altro, e questo non lo posso accettare.
per questo in qualche modo l'esortazione,A CHI PIACE ANDARE FORTE IN MOTO,, è di gareggiare almeno in salita se in pista proprio non si puo!!
,(per gli altri una "tiratina" ogni tanto è concessa!!!)
tutta qui "la mia logica",semplice mi pare ,forse troppo.
7.39
RispondiEliminaarriviamo, eccome se arriviamo!
eravamo rimasti alla preparazione di una gara, finita la fase di adattamento.
poi che succede?
E' vero Put, ammetto che il quadro che ho dipinto possa sembrare idilliaco ma perdona la deriva un po’ romantica di un vecchietto che si lascia trasportare dalla nostalgia… :))
RispondiEliminaSeguii le salite dalla seconda metà dei ’70 alla fine degli ‘80, poi me ne allontanai così come mi allontanai dalle moto in tutti i sensi per mettermi a girovagare. Da allora, torno a parlarne grazie al blog e non so cosa sia successo nel frattempo e non so come siano le gare in salita di oggi. Per me, le gare in salita erano (sono?) quelle là.
Ho parlato di “uniche vere gare” perché così le intendevamo allora, anche perché non ci era permesso di viverne altrettante in modo così diretto e partecipativo. Sempre però da spettatore e quello che tu dici, per averlo vissuto dal di dentro, è sicuramente più realistico e veritiero.
Del resto, l’atmosfera domestica e artigianale che avvertivo non aveva nulla a che fare con le scintillerie delle corse di cui leggevamo sulle riviste (neanche in tv!) e quindi ci apparivano senza trucchi e senza inganni. Non ho mai, neanche allora, avuto velleità da pilota (ero un clandestino che usava le moto degli altri di nascosto ai miei, figurati!) e quindi la mia partecipazione è stata solo esterna, decisamente incompleta.
Eravamo ragazzini, facili prede delle mistificazioni, come quella che essendo abituato a pensare a piloti che passano le notti in officina in seguito mi ha spinto a credere che Valentino fosse un vero “preparatore”...
Diciamo che così sarebbe bello che fosse (dovrebbe essere?).
Mettici anche che, per uno come me che ha vissuto la moto da comune mortale sulle strade di ogni giorno, le gare in salite sono molto più attraenti di quelle in circuiti.
Lo so che la salita è considerata dai professionisti un ripiego, una serie “d” del motociclismo, finanche un obiettivo di chi vuole solo giocare un po’ e che molti piloti non riconoscano di aver fatto le salite solo perché non potevano permettersi altro o perché fuori da quel contesto siano stati annichiliti da forze estranee al talento (tu che ne pensi Paolo?) ma ciò non toglie che ci sia spazio per la passione e un approccio più umano (la “giusta misura”).
Ma sono solo sensazioni, fortemente influenzate dalle emozioni che ho vissuto. Quando vado a vedere la MTGP o la SBK, mi diverto ma non provo le stesse emozioni che provavo allora (quest’anno conto di tornare a vedere una salita, chissà cosa proverò!).
Agonisticamente ho vissuto solo sport che non richiedevano altro che le proprie capacità fisiche e pochi soldi. Il motociclismo è un’altra cosa e non ho la minima esitazione a credere a quello che dici. Tu parli con cognizione di causa, io con cognizione ideale…
PS) Il link che riporti (e che ti avevo inviato) si presta a numerose e contorte considerazioni (per questo non l’ho postato sul blog) ma per quanto sia fanatico delle salite, concordo pienamente con te, non sono così fuori di testa!:)))
Quel post andrebbe letto da ogni appassionato, tante storie e anche tristi son nascoste nella polvere, com’anche quelle che si raccontano quì e la loro forza è anche data da pareri diversi e comunque servono entrambi proprio per cercare di rivivere quello a cui uno piace...
RispondiEliminaForse tu Put hai lasciato le moto con disprezzo, ma chi ancora non c’è arrivato non è sicuro che lo farà...
Io devo ancora rimontare la moto, una crisi che non mi passa, ci penso tutti i giorni ma non mi scatta la molla, sempre che me ne funzioni ancora una, distante convivo così, amore e menefreghismo...
Vorrei fare una premessa, quello di cui con foto e racconti in prima persona si sta parlando sono cose quasi totalmente sconosciute(non trattate esaustivamente) anche da una rivista come "Motociclismo D'Epoca" di cui sono abbonato da anni.
RispondiEliminaStrano perchè penso che sia stato un fenomeno che in certe zone abbia avuto un'influenza superiore anche alle gare in circuito anch'esse mediaticamente sconosciute al grande pubblico tranne forse per il grande AGO.
Forse testate di moto ne trattavano allora per i necrologi ma penso che ben maggior attenzione meriterebbero oggi quando si guarda al passato agonistico delle 2 ruote.
Dunque una volta si correva per strada, esisteva la MILANO TARANTO che attirava quanto una corsa in bicicletta di COPPI e BARTALI e + tardi le corse nei circuiti cittadini e in salita.
Corse sicure?? No assolutamente come qualsiasi manifestazione di sport a motori, ma qualcuno dice che il rischio è una parte del gioco, tutti i piloti sanno che possono dipartire, sarà vero???
Ditelo a PASOLINI e SAARINEN se quel giorno sapendolo avrebbero corso a MONZA, a SENNA se avesse potuto non correre a IMOLA, o a CASIRAGHI se quel giorno sciagurato fosse stato meglio rimanere a riva.
Ma la cosa si potrebbe estendere anche a chi va in giro in moto dicendo di guidare in sicurezza o a chi, ancora molto giovane, non ritorna a casa dopo una nottata in discoteca.
Non voglio giudicare se era giusto o meno 20 e + anni fa correre in moto in salita ma oggi penso che la corsa in salita sia improponibile.
20 e + anni fà quante erano le moto con cui si correva che avevano + di 100cv e quante quelle che ne avevano + di 150cv??
Non sono a conoscenza del regolamento tecnico ma penso che si possa correre in classi divisi per cilindrata e preparazione e allora faccio questa riflessione:
con una BMWS1000RR di serie, con targa, fanali e specchietti un pilota oggi in attività ha girato circa 1 mese fà in 2 minuti netti al MUGELLO. Il mio meccanico al trofeo BRIDGESTONE domenica con una SUPERSTOCK 1000(HONDA) ha girato in 1.58(cronometraggio ufficiale sul sito della manifestazione) e la differenza con le MOTOGP(SUZUKI) meno veloci è sotto i 10secondi.
Oggi quindi una moto totalmente di serie con un pilota in sella può fare scintille al MUGELLO e se la prepariamo SBK???
E se la prepariamo SBK e la portiamo in salita?? E con 200cv tra buche, avallamenti, ecc. come è possibile arrivare indenni al traguardo??
Ammiro tutti quelli che oggi gareggiano fuori dai circuiti ma onestamente mi sembra che si chieda troppo alla bravura del pilota e alla fortuna.
PS: a me che sono un somaro anche i miseri 110cv del mio VTR creano problemi in collina, le strade malmesse anche di una strada storica e frequentatissima come la VALNERINA mal si sposano agli oltre 200km(facili,facili ...) che in 4° marcia ti scaraventano al tornante successivo.
Sarebbe interessante mettere il culo sopra una BMWS1000RR e ancor di + raccontarlo ....
qualche considerazione il commento(più che sensato) del lanfry la merita.
RispondiEliminail problema è che io non ho assolutamente il "polso" riguardo le attuali corse in salita,
se qualcuno che le segue volesse aggiornarmi...
-sono migliorati molto i tempi?
-sono migliorati o peggiorati gli asfalti e i tracciati?
-sono migliorate (speriamo!) le misure di sicurazza passive.
-l'organizzazione delle gare?
sulle moto ,pur non essendo aggiornato, il ragionamento che mi sovviene è questo:
aumentate senzaltro le potenze è probabile che siano migliorati freni,ciclistiche ,gomme(immagino moltissimo ,chissà?)senza parlare di antispin e orpelli elettronici vari che mi auguro non siano sono una trovata per vendere più care le moto,ma che funzionino davvero!!
ora,ad esclusione del motore, tutte cose che oltre le prestazioni dovrebbero migliorare anche la sicurezza. il risultato ...non lo sò , mi vien da pensare che siano moto solo da pista...,o da bar...o da "smanettoni" ..e allora ricominciamo da capo...
ps. i tempi nel 1993 (18 anni fà...) al mugello non erano poi tanto più alti, con le sport production di allora.. .
è solo un ragionamento ...senza pretesa alcuna.
forse in salita si potrebbero rivedere un po le categorie(magari è già cosi e non lo so!!!!)limitando la top class alle 600 o che ne sò!!!
ciao paolo
17.54
RispondiEliminaio ne so meno di te.
tuttavia ricordo che fino al '93 non avrei voluto un solo cavallo in più di quelli del mio cbr 600, per correre in salita. e lo dico pensando al cronometro prima che alla sicurezza.
ancora ricordo le pene di rozza con l'888 racing...
Tecnicamente posso pensare che accorciando i rapporti, alleggerire il più possibile, i cv di una 600 per un Pilota possono anche non bastare, se li paragono alla moto2 dove è evidente che il mezzo viene Violentato...
RispondiEliminaDella Salita son rimasto ad una targa cartacea, tarlata e sotto quadro, un podio di un mio lontano parente sulla strada imbrecciata Sforzacosta Macerata...
naz, è ora che tiri fuori un altro post da assoluto, il pozzo si è appena magnato te e boa...
RispondiElimina:)))
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Te capì il Pozzo...
RispondiEliminaeh, la salita tira!
:))
18.44
RispondiEliminagià, le foto della salita suscitano sempre interesse.
purtroppo il tempo è tiranno e non posso più rimandare la chiusura dei commenti, però tutti i discorsi in sospeso possono continuare qui:
http://putredine.blogspot.com/2011/04/paolo-pozzo-1993.html